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Buon Dolomiti Pride 2023 🏳️‍🌈

martedì 21 marzo 2023

Il documento politico del Dolomiti Pride 2023


Versione sintetica (scarica la versione integrale)

Per adesioni: adesioni@dolomitipride.it

A partire dalla scelta di utilizzare lo schwa, per un linguaggio ampio oltre il binarismo di genere, il Dolomiti Pride 2023 si vuole porre come espressione di una comunità già ampia e soprattutto in continua espansione: in un’ottica intersezionale e antifascista, ci dichiariamo contrariɜ a tutte le forme di discriminazione e di omo-lesbo-bi-trans*-a-plus-fobia.

Rivendichiamo il riconoscimento delle identità delle persone trans* e della loro autodeterminazione, con pratiche realmente inclusive nel mondo del lavoro, con formazione adeguata per chi opera nel campo della sanità, con sensibilizzazione nel campo dello sport.

Allo stesso modo pretendiamo il riconoscimento dell’esistenza della varianza di genere in età evolutiva, dell’identità e del diritto alla visibilità delle persone intersessuali e delle persone nonbinarie.

Vogliamo maggior rispetto e informazione riguardo allo spettro della lettera A, il riconoscimento delle identità delle persone asessuali e/o aromantiche e di tutte le sfumature interne alla comunità A-spec e il superamento della allo-amato-normatività.

Chiediamo il riconoscimento dell’esistenza del sex work come lavoro libero e autodeterminato, e il contrasto allo sfruttamento e al traffico di esseri umani: chiediamo che si restituisca dignità e sicurezza a chi pratica questa professione, e che si riduca lo stigma che produce la segregazione professionale. Rifiutiamo ogni tentativo di inferiorizzazione e vittimizzazione rivolto alle persone, ma soprattutto alle donne, che scelgono consapevolmente questo mestiere.

Pretendiamo una riforma del diritto di famiglia alla luce della complessità delle relazioni, incluse quelle non basate sulla coppia, e della genitorialità non eterosessuale: vogliamo che la capacità genitoriale si sganci dall’orientamento sessuale delle persone; vogliamo che lɜ nostrɜ figliɜ siano riconosciutɜ, tutelatɜ e sostenutɜ; vogliamo che siano considerate e previste nuove forme di relazionalità, e sottolineiamo la necessità di dare visibilità anche alle famiglie poliamorose.

Chiediamo a gran voce, e apertamente contro le recenti disposizioni della Giunta Provinciale, che si riconosca finalmente la necessità di educare alle differenze e al rispetto, all’affettività, alla sessualità e al consenso: tutelare dalla violenza, dal bullismo e dai rischi per la salute è un atto di amore verso le nuove generazioni, e permetterebbe di approcciarsi al sesso in maniera sicura e consapevole; al contempo chiediamo una formazione mirata per lɜ docenti chiamatɜ a guidare lɜ propriɜ studenti nel percorso di crescita accademica e personale e prevenire episodi di bullismo e discriminazione.

Nell’ambito specifico della salute, della prevenzione e del benessere, riteniamo fondamentale che la ricerca medica si scosti dalla figura dell'uomo cisgender, eterosessuale, senza disabilità e bianco, e si concentri anche sulle esigenze specifiche del resto della popolazione, per garantire il diritto alla salute di tutte le persone con corpi differenti: donne cisgender, persone trans*, persone intersex, persone razzializzate, persone con disabilità. Chiediamo, inoltre, il riconoscimento dei prodotti igienici mestruali come bene di prima necessità.

Crediamo che la sessualità meriti di essere vissuta in modo positivo, libero e consapevole, in ogni sua forma e sfaccettatura: per questo è importante promuovere il safer sex, o sessualità responsabile, a partire dalla prevenzione delle IST (infezioni sessualmente trasmissibili). Chiediamo che si avviino progetti per la distribuzione gratuita di profilattici, in particolare nei luoghi di aggregazione, nelle scuole e nelle carceri: chiediamo in particolare il potenziamento dei servizi PreP, e sostegno economico alle associazioni del territorio che si occupano delle tematiche HIV, di prevenzione, sensibilizzazione, counselling e supporto psicologico.

In particolare, la salute mentale è una condizione di benessere generale che permette alle persone di gestire la propria vita e interagire con le altre persone: si registra di recente un generale deterioramento delle condizioni, soprattutto in seguito alla pandemia di COVID-19, ma segnaliamo che il rischio di un peggioramento della salute mentale per lɜ appartenenti alla comunità LGBTQIA+ è almeno il doppio rispetto a quello della popolazione media: la salute mentale dipende infatti anche dal contesto sociale in cui una persona è inserita, e la comunità LGBTQIA+ è sottoposta continuamente a cancellazione, microaggressioni, minority stress, violenza istituzionale e mediatica, discriminazioni, fobia interiorizzata. Esigiamo dunque una maggiore formazione di psichiatrɜ, psicologɜ, psicoterapeutɜ a proposito della comunità LGBTQIA+ e dei rischi specifici che lɜ suɜ appartenenti corrono: chiediamo inoltre una maggiore tutela della salute mentale all’interno del SSN, con l’inserimento di psicologɜ di base e/o sportelli psicologici accessibili continuativamente a tutte le fasce di popolazione.

Nell’ambito dei diritti civili e dei diritti sociali, in questo clima di diffusa intolleranza e attacchi ai diritti di tuttɜ, a partire dalle donne, esprimiamo la nostra vicinanza ideologica al transfemminismo, rifiutando qualunque posizione escludente.

Vogliamo ribellarci alla violenza istituzionale perpetrata dagli organi di governo locale e nazionale, oltre che dalle strutture istituzionali nel loro complesso. Denunciamo la violenza di genere, la misoginia dilagante e generalizzata e la violenza mediatica, che tocca anche la comunità LGBTQIA+ e, in particolare, le persone trans*: pretendiamo che in questi ambiti prendano parola persone formate sul linguaggio corretto da utilizzare, che gli organi di governo si assumano la responsabilità dei discorsi di odio che diffondono, che articoli e servizi si distacchino dal feticismo per la violenza.

Affermiamo il nostro desiderio per un mondo migliore, ove tuttɜ possano decidere sul proprio corpo: chiediamo dunque una vera libertà di decisione riguardo all’aborto, e sottolineiamo l’importanza di rendere il servizio accessibile e quindi provvedere ad avere sul territorio ginecologз che non esercitino obiezione di coscienza. In generale vogliamo che nelle strutture sanitarie non avvengano mai più abusi e violenze.

Denunciamo l’irrigidimento del nostro sistema di welfare sul modello familistico, che esclude qualunque altra forma di esistenza e ricatta economicamente ad adattarsi: per un’autodeterminazione senza imposizioni, pretendiamo l’istituzione di un welfare queer inclusive, come anche l’istituzione del salario minimo.

Infine, il Pride nasce dalle persone della comunità LGBTQIA+, ma l’ottica di intersezionalità che rivendichiamo dovrebbe interessare tutta la società: vogliamo denunciare tutte le sfaccettature tossiche della mascolinità e dell’aderenza all’etero-cis-patriarcato, e chiediamo che questi temi vengano trattati nei contesti formativi, di tutti gli ordini e gradi, così da educare a nuovi modelli più virtuosi di mascolinità, femminilità, umanità e cittadinanza.

Di fronte alla pericolosa alleanza che da anni coinvolge l’integralismo conservatore cattolico e le formazioni della destra istituzionale e neofascista, giunta sino a trovare solida espressione anche nei governi dei paesi europei come Italia, Polonia e Ungheria, invitiamo i settori sani della società a vigilare, praticando l’antifascismo a tutti i livelli, e rifiutiamo che chi costruisce politiche d’odio possa parlare nel nome di chi ha fede.

Ci opponiamo fermamente alla normalizzazione del neofascismo nella vita politico-culturale, e affermiamo che non ci può essere giustizia senza antifascismo.

Ci esprimiamo esplicitamente contro le politiche disumane e le azioni illegali di abbandono in mare e respingimento di chi è costrettə a migrare, soprattutto quando i paesi di transito o destinazione non tutelano gli esseri umani da discriminazioni e persecuzioni per ragioni di sesso, razza, religione, orientamento, identità di genere e fede politica.

Alla base del Pride c’è la visibilità, che finalmente nomina la meravigliosa diversità degli esseri umani: il Pride è in ogni dove la visibilità festosa del proprio essere liberɜ di essere.

Non rinunciamo alla lotta: siamo una comunità discriminata e combattente, e ciò che per noi non può cambiare è la radicalità di una rivolta che nasce dal margine, abbattendo le barriere sociali, politiche ed economiche che opprimono le nostre esistenze.

Non esiste libertà senza liberazione e non esiste liberazione senza giustizia sociale, contro ogni disuguaglianza tra gli esseri umani:

Let’s Pride together!

Il documento è stato redatto da

  • AGEDO Trentino

  • Arcigay del Trentino

  • Centaurus Arcigay Alto Adige/Südtirol

  • Collettivo Transfemminista Queer Trento

  • Famiglie Arcobaleno - Trentino Alto Adige

  • Rete degli Studenti Medi

  • UDU Trento

  • UNITiN

Per adesioni: adesioni@dolomitipride.it

Scarica il documento politico integrale

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